Come gestire e lasciare andare la rabbia

di gaetano
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Quante volte nella nostra vita ci è capitato di subire dei torti, di essere gratuitamente attaccati dal nostro collega che ci vuol far passare per incompetenti o dal nostro vicino che non ci rispetta. Quante volte anche tu ti sei sentito inadeguato, avresti voluto reagire perché senti che la rabbia che hai dentro è grande ma non hai avuto il coraggio di farlo? E quante volte invece non sei riuscito a trattenere la tua rabbia e ti sei sfogato con la persona che ti stava di fronte?

Queste situazioni sono estremamente frequenti nella nostra vita e quando capitano non è facile lasciarle andare, infatti si tende ad attaccarsi al ricordo ad alimentare la rabbia e farla sedimentare.

In questi giorni è capitato anche a me e dopo aver rimuginato per mezza giornata, dopo essermi sfogato con le persone a me vicine e dopo aver riscontrato che non ottenevo altro se non l’aumento delle mie sensazioni negative, ho applicato i miei stessi consigli, quelli che solitamente do agli altri.

Sfogo o repressione

Ci sono fondamentalmente due tipi di atteggiamenti nei confronti della rabbia: lo sfogo e la repressione. Quando subiamo un torto, quando qualcuno ci fa del male ci aggredisce o subiamo una violenza, istintivamente si genera dentro di noi un forte risentimento che sfocia in rabbia ed aggressività o che tratteniamo e “coltiviamo” nel nostro intimo. In entrambi i casi il sentimento della rabbia ha effetti nocivi sulla nostra vita interiore e sul nostro corpo.

Solitamente le persone esprimono la propria aggressività quando si sentono minacciate o quando pensano di aver subito un torto. La sensazione è viscerale ed in alcuni casi molto difficile da controllare tanto che per alcuni diventa quasi una dipendenza.

Io solitamente propendevo per lo sfogo. Ho appreso negli anni che questo atteggiamento genera grande soddisfazione immediata, perché vinci la tua battaglia, ti senti forte, la tua autostima cresce e l’energia è altissima. Quando l’adrenalina finisce però ti trovi a curare le tue ferite e la rabbia lascia il posto ai rimorsi ai dubbi ed al pentimento.

Un altro atteggiamento estremo è quello di reprimere costantemente la propria rabbia, di trattenerla nel proprio intimo facendola crescere e cristallizzandola.

Mentre lo “scontro diretto” appartiene al tempo dell’immediatezza, in questo caso, il rancore si prolunga nel tempo e per questo è ancora più pericoloso. Il rancore prende il posto della rabbia ed è alimentato dal costante rimuginare e da pensieri tipo “se avessi detto…”, “se la prossima volta mi ricapita, allora…”, “quando lo incontro gli faccio vedere io…”, “proprio a me…”, “non me lo sarei mai aspettato…”.

Sfogare la rabbia oppure no: come cambiare prospettiva

La rabbia ti è utile solo per un istante, per quel momento che ti è sufficiente a farti comprendere le ragioni della sua stessa esistenza. Dopo di che può intervenire sulle condizioni agire o non agire, ma rimanere attaccati alla rabbia fa male, fa male al corpo, causando cardiopatie, deficit del sistema immunitario, ulcere ecc. e fa male alla mente, crea stress, tensioni, riduce la lucidità ecc.

Aristotele diceva: “Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta e nel grado giusto, al momento giusto, per lo scopo giusto e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile”.

Ci possono essere motivi e situazioni diverse nelle quali si genera la rabbia, ma negli anni ho imparato chiedermi “cosa voglio da questa situazione?”, “Cosa voglio ottenere da questa situazione e dalle azioni che intraprenderò?”

Immagina una discussione con la tua compagna, la tua amica o tuo marito. Puoi scegliere due atteggiamenti: vincere discutendo animatamente e magari dicendo cose che non vorresti dire oppure cercare di capire le ragioni dell’altra persona ed esporre le tue in modo assertivo e personale. Nel primo caso probabilmente avrai una grande soddisfazione nel sentire che avrai vinto questa sfida ma immagina come proseguiranno la tua serata o i tuoi prossimi giorni: probabilmente dormirete separati imbronciati ancora a ricordare cosa è stato detto e cosa è stato fatto, probabilmente perderai la tua amica almeno per un po’ o forse il rancore che si sedimenterà tra voi, cambierà per sempre il vostro rapporto… Cosa è meglio?

Non si tratta quindi di reprimere la rabbia o di sfogarsi, si tratta di capire dove vogliamo arrivare, cosa vogliamo raggiungere e come ci vogliamo sentire, soprattutto quando in gioco ci sono le persone a cui teniamo maggiormente nella nostra vita.

Lasciare andare la rabbia

Lo so, anche se cerchi di essere assertivo e di non attaccare le persone che ti stanno vicino la rabbia può comunque nascere, magari, proprio perché qualcuno ti attacca e non ne vedi il motivo, perché ti senti ferito nel tuo orgoglio e nel tuo intimo e senti che lo stomaco si contorce. Vorresti sfogarti, o vorresti averlo già fatto, proprio quando ti hanno attaccato, proprio quando sentivi il sangue andare alla testa e la temperatura salire. In questi momenti iniziamo a ricordare i fatti che ci sono accaduti e più li ricordiamo e più ci fanno stare male, ecco perché dobbiamo imparare a lasciare andare i brutti ricordi per riconciliarci con noi stessi e con il mondo che ci circonda.

Lo scopo dei ricordi è di costruire un insegnamento, di farci sorridere del passato e fungere da guida per le scelte che faremo, ma rivivere i traumi non è utile.

La cosa migliore del passato è che finito. – Richard Bandler

Se non riusciamo a lasciare andare il passato allora qualcosa è andato storto nella nostra mente e vi dobbiamo porre rimedio.

Siamo stati abituati a pensare che per risolvere un nostro problema servono anni di terapia che c’è bisogno di capire le ragioni profonde per le quali reagiamo all’impulso della rabbia ed adottare strategie complesse per governare la nostra mente. La mia esperienza e quella di moltissime altre persone (leggi per esempio: Usare il cervello per cambiare – Richard Bandler) è in realtà molto più semplice di così.

Probabilmente scoprirai, tornando al tuo passato, che la tua reazione aggressiva deriva dal voler compiacere i tuoi genitori o dal fatto che da piccolo ti sentivi escluso ed emarginato o ancora che avresti voluto essere amato e coccolato come gli altri genitori facevano con i tuoi compagni. È pieno di manuali che raccolgono i motivi (statistici) per cui le persone si sono trovate a comportarsi un determinato modo, ma è estremamente raro trovare qualcuno che ti insegni a cambiare il tuo comportamento, a mettere in atto delle soluzioni diverse da quelle che hai sempre adottato.

Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi – Albert Einstein

Se vuoi iniziare a stare meglio devi liberarti del pensiero che ti costringe vivere e rivivere l’evento negativo del tuo passato e riconciliarti. Prima lo fai e meglio starai! Prova facci sapere la tua esperienza scrivendoci un’email o un commento qui sotto.

Questo è il percorso che abbiamo sperimentato e che vogliamo condividere con te:

  1. Dissociati. Quando non riusciamo a lasciare andare un nostro ricordo è perché siamo ancora associati ad esso, cioè quando lo rivediamo siamo parte integrante di esso, la nostra prospettiva è una soggettiva nella quale non vediamo noi stessi da fuori, ma vediamo le persone proprio come se fossimo lì presenti.
    Per capire la differenza chiudi gli occhi ed immagina di essere seduto su una panchina di un luna park a guardare le montagne russe. Quando si avvicinano sfrecciano velocissime, generano un improvviso vento che ti scuote e puoi sentire vagamente le persone che urlano. Certo è emozionante, ma adesso immagina di esserci sopra, immagina che stai scendendo a tutta velocità dalla cima e che ti manca il fiato per l’accelerazione, poi vieni schiacciato al suolo e vorresti gridare ma non riesci ancora prendere fiato. Ecco in questo caso sei associato alla tua visualizzazione, la stai vivendo da dentro non da osservatore.
    Per cui, rivivi il ricordo dall’esterno, cerca di rivedere la scena con un’inquadratura che riprenda come sei vestito, le tue espressioni e quelle delle altre persone.
  2. Rivedi il film. La nostra mente lavora molto con le immagini e con le immagini in movimento, tanto che per dire “che pensiero ti seri fatto?” si usa l’espressione “che film ti sei fatto?”. Riguarda tutto il film dall’inizio, da quando eri sereno prima della discussione a quando te ne sei andato arrabbiato sbattendo la porta.
  3. Ridi. So che può sembrarti assurdo (la prima volta che l’ho fatto mi sentivo un cr…no J) ma il modo migliore per lasciare andare il passato è ridere di esso. Quante volte ti è capitato di vivere qualcosa di veramente angosciate e poi, a distanza di anni, di raccontare quella stessa cosa ridendoci sopra? Per rendere la scena buffa aggiungi la musica da circo! Sì il mio consiglio è di cercare una musica da circo da Youtube e di rivedere la scena con questo sottofondo (puoi anche scaricare l’.mp3 da qui). Vuoi rendere la scena ancora più divertente? Rivedila al contrario, come se la stessi riavvolgendo molto velocemente. Quando vedi le persone che si muovo al contrario con la musica da circo è buffo e non puoi che ridere!
  4. Fai un fermo immagine. Puoi anche fare un fermo immagine, proprio del momento più topico, quando te ne sei andato arrabbiato. Che caratteristiche ha? Probabilmente la stai vedendo come se fossi al cinema seduto in prima fila: è grande, a colori, con i contorni ben definiti. Scuriscila velocemente come se premessi il tasto di regolazione della luminosità. Ripeti il passaggio più volte, sempre molto velocemente e poi, rendila sempre più piccola allontanandola da te.
  5. Sostituisci la tua immagine. Non basta solo allontanare l’immagine di cui ti vuoi liberare: alla nostra mente il vuoto non piace L. A meno di non cominciare a guardare avanti con desiderio sarà difficile sfuggire al passato, per cui, crea una nuova immagine, grande e luminosa, che ti avvolge. Questa è l’immagine ti te sereno, in pace con te e gli altri, soddisfatto e sicuro. Ora sostituisci la tua piccola immagine in bianco e nero con questa nuova immagine. Ripeti l’operazione più volte sempre molto velocemente in modo dare alla tua neurologia la giusta direzione.
  6. Ripetere. Per ottenere dei risultati soddisfacenti ripeti più volte questi punti fino a quando non ti sentirai meglio. Dai un numero da 0 a 10 al dolore che provi in questo momento e continua a ripetere fino a quando la tua risposta non sarà 0.

So che quanto hai letto potrebbe sembrarti assurto che potresti pensare che siamo diventati matti! La cosa più facile da fare è chiudere questo articolo e non provare a metterti in gioco, la cosa più utile è iniziare a rilassarti e provare a seguire i 6 punti.

Perdonare

Per completare il percorso è importate riconciliarsi con la persona con coi siamo in collera. A volte la persona potrebbe non essere più con potrebbe anche essere una persona morta. Anche in questo caso però puoi trovare il modo di perdonarla e di perdonare te stesso per quanto accaduto:

  1. Un bel ricordo. La nostra mente è spesso affollata da pensieri e preoccupazioni, ma, fortunatamente, abbiamo anche molti ricordi belli di momenti passati con le persone a cui vogliamo bene. Riporta alla mente quel ricordo e vivilo intensamente, in prima persona. Amplifica la sensazione positiva che ti arriva e falla girare. Aumenta la nitidezza, amplifica i suoni, ascolta le sensazioni positive e l’energia che ti arriva. Potrebbe essere il ricordo di una vacanza, di una passeggiata, di un pranzo o di una festa.
  2. Scusa. Visualizza la persona che ti ha fatto un torto che si avvicina e con il capo chino e le mani giunte, come se stesse pregando. Tu l’accogli, senza giudicarla e senza giudicarti. Semplicemente vi avvicinate nuovamente l’uno all’altro.
  3. Un abbraccio. Conserva la sensazione positiva che hai dentro di te ed abbracciala. Senti che il legame che vi unisce diventa ancora più saldo di prima, senti che la rabbia lascia lentamene il posto al perdono e che non è importante cosa è successo, ma cosa vi accomuna. Tutti possono sbagliare. Abbracciala e lascia che le tue emozioni fluiscano: se ti senti di piangere non frenarti.

Ti stupirai di quanto cambierà la tua relazione con la persona dalla quale hai subito il torto e, la prossima volta che la incontrerai, sarà diverso da prima e soprattutto tu sarai diverso. Quando il tuo rancore sarà sparito potrai vivere con maggiore serenità: perdonare fa stare bene in modo profondo!

 

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Forto di bark / CC BY

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