Probabilmente anche tu senti la necessità di trovare il lavoro giusto per te, senti che dovresti muoverti per trovare qualcosa di più adatto, oppure, in questo momento sei alla ricerca del tuo primo lavoro e pensi che potresti adattarti a fare qualsiasi cosa pur di iniziare.
Ovviamente la situazione è diversa e soprattutto in alcuni casi può accadere che tu debba accettare un lavoro per necessità anche se non lo senti giusto, anche se credi che potresti fare qualcosa di più.
Eppure, se ci pensi bene, questa situazione può non essere così negativa, infatti:
- Ti scoprirai molto più forte una volta che l’avrai vissuta e superata
- Puoi sempre cambiarla, cercando un altro lavoro
Quindi? Ti chiederai. Mi stai dicendo di mettermi in lista per i soliti colloqui estenuanti?
In parte sì. Sostenere colloqui di lavoro è un po’ un allenamento e, a meno di rari casi, è necessario imparare cosa rispondere ma soprattutto cosa chiedere.
La principale preoccupazione che ogni candidato ha quando deve sostenere un colloquio di lavoro è quella di rispondere bene alle domande e raramente pensa a quali sono le cose che lui stesso dovrebbe o vorrebbe chiedere.
Un articolo di jooble mi ha ispirato e mi ha riportato alla memoria il mio primo colloquio di lavoro, che è andato più o meno così:
Arrivo al colloquio in giacca e cravatta, nonostante il caldo e la totale distonia con l’ambiente di fabbrica e rispondo brillantemente a tutte le domande tecniche, gli hobby, gli interessi ecc.
A quel punto la selezionatrice mi chiede “hai domande?”. Ovviamente spiazzato tra me e me ho iniziato a pensare a qualcosa che potesse essermi utile, ma non mi veniva in mente nulla. D’altro canto pensavo di essere lì solo per rispondere e non per fare domande. Chi ero io per chiedere qualcosa?
Poi mi è venuta l’illuminazione, o almeno in quel momento mi sembrava tale. Ecco cosa chiedere! Qualcosa di utile per le giornate che passerò qui:
Avete una mensa interna o esterna? E a che ora è la pausa pranzo?
Solo anni dopo mi sono reso conto che la domanda non era poi così geniale e che ai colloqui di lavoro, oltre che rispondere, è importate chiedere.
Ai colloqui i candidati vengono selezionati anche per ciò che chiedono, per l’interesse che dimostrano verso l’azienda in cui si trovano e per la passione che mostrano avere verso il potenziale lavoro a qui si stanno affacciando.
OK, il posto è giusto
Non solo quanto chiedi ti è utile per fare una buona impressione, ma serve anche te per capire se quel lavoro è giusto.
A volte, preso dalla smania di voler cambiare lavoro o trovare il tuo primo impiego, potresti non valutare con la dovuta attenzione le proposte che ti vengono fatte, o, peggio ancora, potresti accettare il primo lavoro che capita.
Questi errori sono possono essere molto gravi soprattutto perché nel giro di poco potresti trovarti in una situazione addirittura peggiore rispetto alla precedente. Quante persone conosci che si sono pentite delle scelte fatte e che quando le hanno prese te le sbandieravano come la migliore opportunità della loro vita?
Ci sono alcune domande e analisi che puoi fare in fase di colloquio di lavoro e in parte prima.
Analisi 1: le tue motivazioni
Innanzi tutto è necessario che tu sappia perché sei alla ricerca di una nuova opportunità di lavoro o perché vorresti lavorare in quel ruolo e quell’azienda.
- La motivazione è solo economica o ci sono altri aspetti che dovresti considerare?
- Il nuovo lavoro ti permetterà ancora di dedicare del tempo alle cose che desideri fare?
- Vuoi accrescere le tue responsabilità e le tue conoscenze?
- Quali cambiamenti poterà nella tua vita?
- Cosa otterrai e cosa perderai facendo questa scelta?
Per esempio, se per te la famiglia è importante e trovi un lavoro molto più distante da dove vivi o addirittura che ti obbliga a vivere fuori casa durante la settimana, probabilmente non è la scelta giusta o può essere solo una soluzione temporanea. In questo ultimo caso, attenzione però a non adagiarti nella rassicurante routine ma datti un limite temporale entro il quale trovare un impiego migliore.
Sulla base delle risposte che di darai sarà anche più semplice organizzare la ricerca, concentrandoti solo sui lavori che meglio rispondono alle tue esigenze e sostenendo colloqui di qualità.
Analisi 2: il ruolo
Va di moda cambiare i nomi delle mansioni traducendoli in inglese e infarcendoli con qualche altro termine per rendere il tutto più pomposo. Per esempio global, world wide, senior, manager, ecc. Spesso dietro questi termini non esiste molto se non la volontà di rendere il lavoro proposto più allettante o far sentire il selezionatore più fiero del proprio colloquio di selezione.
In alcuni casi la situazione diventa comica e mi ricorda lo sketch di Ivan e Cristiano alla stazione ferroviaria. Se vuoi fare due risate guardalo dopo aver letto il resto dell’articolo!
Capire bene il ruolo che si sta accettando è quindi fondamentale, soprattutto per essere consapevole delle implicazioni che questo avrà nella tua vita.
Accettare il lavoro nuovo solo perché durate il colloquio viene usata la parola che tanto hai desiderato sentire davanti al tuo titolo oppure perché ti viene descritto il posto di lavoro come uno “stimolante ambiente internazionale” potrebbe essere un grosso errore.
Analisi 3: il colloquio
La fase di colloquio non è un’interrogazione, ma un momento nel quale due soggetti cercano di capire se possono proseguire un percorso lavorativo assieme.
Quando riuscirai a fare tua questa cosa affronterai i colloqui con maggiore serenità perché il rapporto tra te e il selezionatore diventerà automaticamente più paritetico.
In questa fase preparati le domande sul ruolo e sull’azienda, ma non cercare di essere a tutti i costi simpatico, intelligente e soprattutto migliore di chi hai di fronte.
Una volta mi è capitata una ragazza proposta da un professore universitario con il quale collaboravo per realizzare delle ricerche e delle tesi. Ovviamente voleva fare una buona impressione al colloquio e probabilmente voleva dimostrare di essere preparata sull’azienda e il mercato nel quale operavamo.
Inizialmente le sue domande sono state apprezzate. Ad un certo punto però ha iniziato a chiedere “come mai non fate questo?” “Perché non avete pensato di fare quest’altro?”. Ovviamente non è che non ci avesse mai pensato nessuno, anzi alcune osservazioni erano proprio fuori contesto ed irritanti.
Va bene mostrarsi interessati e preparati sul futuro impiego, ma sempre con umiltà e correttezza. D’altronde tu sei pur sempre un candidato esterno e non piace a nessuno sentirsi dire che il proprio lavoro (del quale ancora non sa nulla) potrebbe essere svolto in modo diverso e migliore.
Analisi 4: le 10 domande
Non è ovviamente possibile stilare un elenco di domande esaustivo e pertinente ad ogni settore o ruolo proposto, tuttavia di seguito possiamo riepilogare alcune delle cose da chiedere in fase di colloquio:
- Quali sono i valori e la cultura aziendali?
- Ci sono delle opportunità di crescita a lungo termine?
- Come è organizzata l’azienda? Quanti livelli ci sono e da chi dipendo?
- Quali sono gli obiettivi specifici assegnati alla mia funzione?
- Come opera l’azienda sul mercato e nei confronti dei fornitori?
- Perché questo lavoro è disponibile?
- Posso incontrare il mio responsabile diretto?
- Chi sono le persone con cui lavorerò e come è composto il mio team?
- Fisicamente come è organizzata l’azienda? Ci sono open space o uffici separati?
- Quali sono gli strumenti di lavoro (es. software) a disposizione?
Altre domande che possono fornirti ispirazione le trovi su:
- 10 domande da fare durante il colloquio ad un datore di lavoro
- Colloquio di Lavoro: Le 10 Domande Da Fare Al Selezionatore
Ricorda che queste domande non servono a sembrare più intelligenti del selezionatore o più arguti degli altri candidati, ma servono innanzi tutto a te per capire cosa farai e in quale ambiente lavorerai per i prossimi anni.
Non lasciare nulla al caso ma cerca fare la scelta migliore raccogliendo gli elementi che ti possono guidare verso la decisione giusta.
In bocca al lupo!