Se vuoi fare un buon uso del tuo tempo puoi seguire la I° legge di Parkinson

di vittorio
1 commento

Se anche a te e’ capitato di avere tanto tempo a disposizione per fare una determinata cosa, come ad esempio per fare la spesa, per terminare un progetto, per prepararti ad un esame, per pagare la bolletta, oppure per preparare la valigia per le ferie, e di ritrovarti invece l’ultimo giorno, all’ultimo momento a dover fare tutto velocemente per riuscire a completarlo entro la scadenza, allora hai conosciuto e sperimentato gli effetti della Legge di Parkison.
Una legge che condiziona le giornate di tutti noi. E’ sufficiente che tu pensi alla tua giornata di ieri e vedrai che troverai qualche attività che rientra in questa legge.

In questo articolo vedremo come utilizzare al meglio la legge di Parkinson per cambiare il modo in cui organizziamo il nostro tempo e quindi miglioriamo la nostra produttività.
Impareremo dei semplici consigli per usare al meglio il nostro tempo ed adottare comportamenti efficaci, tratti dalla I° legge di Parkinson.
Prima di vedere assieme come fare, facciamo una piccola riflessione su quello che potremmo definire il “tempo industriale”.
Nella nostra era la percezione temporale si è ristretta moltissimo, l’accelerazione dei tempi di produzione e dei tempi di consumo ci ha fatto perdere il senso del presente e del futuro.
Il tempo industriale è quello che segna i ritmi di vita di ciascuno di noi, esiste un tempo per svegliarsi, uno per fare colazione, uno per prepararsi, uno per recarsi al lavoro o a scuola, uno per lavorare o per studiare, uno per rincasare, uno per mangiare, uno per stare con la propria famiglia e amici, uno per riposare e uno per dormire.
Ci siamo resi conto fin da piccoli che il tempo a nostra disposizione deve essere usato bene perché abbiamo imparato che non ne abbiamo mai abbastanza per : studiare, fare i compiti, scrivere il tema di italiano, preparare gli esami, portare risultati in tempi sempre più rapidi, consegnare il modulo, pagare la bolletta.
Il tempo a nostra disposizione sembra non essere mai sufficiente, così va a finire che nella nostra società si corre freneticamente e si rischia di non incontrarsi per mancanza di tempo libero.
Così la domanda che tutti ci poniamo è “Lavoriamo per vivere e per godere dell’esistenza oppure viviamo per lavorare”?
Tutti noi siamo consapevoli che abbiamo un tempo finito, una scadenza cui non possiamo sfuggire, ma ce lo dimentichiamo spesso. Invece dovremmo ricordarlo continuamente in modo da vivere ogni giorno con consapevolezza e cercare di fare un uso razionale del tempo, ossia di non fermarci di fronte alle difficoltà e agli ostacoli quotidiani ma di godere degli attimi di cui disponiamo.
Dovremmo ricordare che, anche se è talvolta è necessario correre, poi è necessario fermarsi e godersi quegli attimi, insomma vivere!
Lo storico e scrittore britannico Cyril Northcote Parkinson, nel suo libro “La legge di Parkinson”, tratta in maniera ironica il problema della gestione del tempo, scrivendo che:

Il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più è il tempo e più il lavoro sembra importante e impegnativo”

In sostanza Parkinson afferma che più si ha tempo a disposizione e più lo si spreca, più tempo abbiamo per fare una cosa e più tenderemo a riempire quel tempo con attività che nulla hanno a che fare con il nostro progetto, con la nostra attività.
Lui afferma che se abbiamo una giornata per assolvere un compito, questo compito ce la prenderà tutta, se ne abbiamo due, probabilmente lo faremo in due, anche se non bene come lo avremmo fatto in otto.
Così si ricava la:

I° legge di Parkinson

Il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile

Partendo da questo principio, può valere anche il contrario, ossia che:
quando il tempo a nostra disposizione è poco, lavoriamo in modo più efficace.
Da questo si ottiene il:

Corollario della legge di Parkinson

Se aspetti fino all’ultimo minuto, ci vorrà solo un minuto per farlo

Quanto sopra si spiega con il fatto che tutti noi tendiamo a concentrarci e focalizzarci più sul tempo a nostra disposizione che sullo sforzo e sull’impegno richiesto per compiere una determinata attività. Se invece ponessimo la nostra attenzione sull’obiettivo, senza perderci in distrazioni, risparmieremmo molto tempo.
Gli effetti della legge di Parkinson possono essere definiti anche con il termine procrastinazione, ossia rimandare a domani quello che sarebbe possibile fare oggi.
I seguenti semplici consigli e suggerimenti, tratti dalla I° legge di Parkinson, ti sembreranno anche banali in quanto fanno parte del buon senso ma sono davvero molto utili per adottare comportamenti efficaci di utilizzo del proprio tempo:

  1. Fare prima le cose più difficili o quelle che ci vengono peggio, altrimenti le altre cose ci occuperanno tutto il tempo a nostra disposizione.
  2. Definire delle scadenze temporali per ogni attività che vogliamo intraprendere, in modo da evitare che ci impegnino più tempo del necessario.
  3. Evitare i lavori di routine che inevitabilmente ci occuperanno tutto il tempo a nostra disposizione senza lasciarne alcuno per altre attività.

Da ” Le leggi di Murphy ” di Arthur Bloch :

  • per qualsiasi cosa ci vuole più tempo di quanto pensavate
  • ogni volta che iniziate a fare qualcosa, c’è qualcos’altro da fare prima
  • nessuna delle cose che facciamo riesce al cento per cento
  • niente è semplice come sembra
  • se qualcosa può andare storto lo farà
  • è impossibile fare qualcosa a prova di cretino perché i cretini sono così ingegnosi
  • la probabilità che qualcosa capiti è in ragione inversa alla sua desiderabilità
  • una scorciatoia è la distanza maggiore fra due punti.

Murphy era un ottimista.

 

Immagine: Michal Marcol / FreeDigitalPhotos.net

Scelti per te

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
più nuovi
più vecchi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
1
0
Would love your thoughts, please comment.x