In passato frequentare l’Università e laurearsi significava avere sicuramente le porte aperte per il lavoro, ma per i giovani di oggi, quelli della “Generazione Y”, ha ancora senso laurearsi per trovare lavoro?
I lavori che scompariranno
La cassa automatica ha sostituito il cassiere, il bancomat ha sostituito il bancario allo sportello.
L’e-commerce cancella i commessi e gli agenti di commercio, il booking online cancella gli addetti degli hotel e delle agenzie di viaggio, l’e-mail sostituisce il postino ed i robot sostituiscono gli operai, le app e i siti web sostituiscono gli operatori dei call center.
Ma quali sono i mestieri destinati a scomparire nei prossimi anni?
Lo sviluppo dei robot e più in generale dell’intelligenza artificiale comporterà sicuramente la scomparsa di altre categorie di lavoratori.
Si stima che le prossime categorie che scompariranno saranno gli assicuratori, i consulenti fiscali, gli operatori di banca e gli autisti dei mezzi di trasporto su rotaia, come tram e metrò.
Secondo un recente studio dell’università di Oxford, questi sono i lavori svolti da esseri umani più a rischio nell’immediato, perché verranno sostituiti dall’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale ha già preso il posto di quella umana per molti impieghi, come ad esempio nel campo dei centralini telefonici e dei call center sostituiti dal cognitive computing, nel campo delle operazioni bancarie sostituite dal bancomat, delle catene di montaggio sostituite dai robot, delle casse dei supermercati e grandi magazzini sostituite da casse automatiche e dagli acquisti online, nel campo della ristorazione sostituiti da schermi touch screen per ordinare e pagare e nel campo degli agenti di commercio sostituiti dall’e-commerce.
Per fare un bonifico non serve più recarsi in banca, basta accedere al conto online, allo stesso modo per le altre operazioni bancarie sostituite da bancomat, home e mobile banking, nemmeno per fare gli investimenti necessitano più i consulenti finanziari, sostituiti da specifiche piattaforme che tramite gli algoritmi gestiscono portafogli automatici per gli investitori.
Per prenotare le vacanze, da tempo facciamo a meno delle agenzie e degli agenti di viaggio, così come per scegliere l’assicurazione dell’auto, facciamo tutto online.
Inoltre, se ci serve assistenza, non alziamo più il telefono ma interagiamo con il servizio clienti tramite Facebook o Twitter, oppure la cerchiamo già confezionata sui siti web.
Ma nei prossimi 10–20 anni l’intelligenza artificiale sostituirà gli esseri umani anche in molti altri settori.
Uno studio dell’università di Harvard stima anche che tra 30 anni sarà scomparso il 50% dei lavori che svolgiamo oggi e che essi saranno sostituiti da lavori che nemmeno conosciamo, perché devono ancora essere inventati.
Le categorie come le assicurazioni, i servizi di analisi e di consulenza fiscale e commerciale e i conducenti di mezzi di trasporto su rotaia saranno le prossime a scomparire, seguite a breve distanza dai servizi di consulenza legale e dai piloti di aereo e di bus.
Rimangono invece a basso rischio estinzione le professioni ad alta specializzazione in campo medico, scientifico, legale e ingegneristico. Mentre alla cornetta o in chat resteranno i lavoratori qualificati per proporre promozioni mirate o per risolvere problemi complessi.
La sostituzione di questi lavori però non avverrà all’improvviso, ma sarà un processo graduale di medio e lungo termine.
In Italia sarà anche più lento che altrove, poiché il tasso di innovazione è basso, la legislazione sul lavoro è rigida e le dimensioni ridotte delle nostre pmi non favoriscono grossi investimenti.
Ma non sarà la fine del lavoro, perché se alcune occupazioni spariranno, altre cambieranno e altre se ne aggiungeranno. Il trucco è non farsi trovare impreparati, le nuove tecnologie richiederanno l’inserimento di nuove figure professionali, più tecniche e più qualificate per gestire i nuovi sistemi.
Qualche grande ateneo sta facendo da apripista per la formazione dei nuovi lavoratori più qualificati, studiando quello che il mercato del lavoro potrà richiedere in futuro.
Peccato però che analizzare i big data, mettersi a programmare o progettare oggetti per essere stampati in tre dimensioni, professioni altamente specializzate e tanto richieste, offre garanzie solo nell’immediato. Se la rivoluzione dell’intelligenza artificiale manterrà le sue promesse, nemmeno queste professioni saranno al sicuro.
In un mondo dai ritmi accelerati, dove le macchine apprendono da sole, le professioni verranno create e soppresse a ciclo continuo.
E allora cosa studiare e quale facoltà frequentare sono domande che non hanno una risposta se si vuole andare sul sicuro. L’automazione può colpire qualsiasi lavoro, ma alcuni lavori sono più sostituibili di altri da una macchina o da un algoritmo, specialmente quelli più semplici e ripetitivi.
Ma allora oggi la laurea ha ancora una validità?
Ha ancora senso laurearsi?
Laurea significa ancora lavoro?
In passato frequentare l’Università e laurearsi significava avere sicuramente le porte aperte per il lavoro, ma per i giovani di oggi, quelli della “Generazione Y”, non è più così.
Per la Generazione X il percorso universitario era una scelta normale, scontata e quasi obbligatoria, dettata dal momento storico, dalle ambizioni dei genitori e della famiglia.
Per molti anni, e fino a qualche anno fa, la laurea possedeva una importanza molto più grande di quella che possiede oggi, quindi la convinzione che laurearsi rappresentasse un grande aiuto per trovare lavoro e indirizzare il proprio percorso lavorativo era molto diffusa e radicata.
Ma oggi ha ancora senso laurearsi?
Per i giovani di oggi la laurea è ancora un concreto aiuto per trovare lavoro più facilmente?
Queste domande non hanno una risposta univoca ed essa dipende da moltissimi elementi, la risposta varia da caso a caso. Però una cosa è certa, oggi non ci sono più le sicurezze e le certezze del passato, oggi tutto è molto più variabile.
Comunque tieni sempre presente che il percorso universitario migliora sia il tuo aspetto culturale che quello mentale e psicologico.
Frequentare l’Università ti aiuta a raggiungere l’indipendenza, accelera la tua crescita personale, è una lezione caratteriale, una lezione di vita, soprattutto se frequenti un ateneo lontano da casa, sperimentando la convivenza con altre persone.
Durante il percorso universitario affronti molti problemi, superi vari ostacoli, ti confronti con le difficoltà, affronti gli esami, superi le complicazioni burocratiche ed organizzative, impari a fare affidamento e a credere in te stesso.
All’Università ti devi organizzare ed arrangiare da solo/a, senza il supporto diretto dei tuoi genitori o dei professori. Così impari necessariamente ad organizzarti, a gestire il tuo tempo, a fare le scelte quotidiane, a programmarti le giornate di studio e di frequenza.
Quindi, oltre a quanto visto sopra, ti possiamo anche dire che la laurea è sicuramente ancora molto utile per indirizzare il tuo percorso professionale, ed è tanto più utile ed importante quanto più scegli di studiare ciò che rientra nelle tue passioni, ciò che ti appassiona e ti piace, ciò che si avvicina alla tua indole.
Ma la laurea non è più sufficiente come un tempo per trovare facilmente lavoro, o magari un lavoro ben retribuito.
Oggi, molto più che nel passato, è necessario che ti impegni molto anche dopo la laurea, frequentando corsi di aggiornamento, di informazione e di specializzazione, in generale approfondendo tutto ciò che può essere utile per completare e preparare al meglio la tua futura figura professionale.
Se sei all’inizio di un percorso di studi e non sai proprio da quale parte andare, non commettere l’errore di molti studenti che si accorgono troppo tardi di aver scelto il percorso di studi sbagliato.
In conclusione, possiamo affermare che il percorso universitario rimane sempre un percorso molto importante, e non si può certo dire che oggi la laurea non serve più per trovare lavoro o che è addirittura inutile.
La laurea mantiene ancora un elevato valore aggiunto in termini lavorativi e professionali, ma soprattutto personali.
Aggiungiamo anche che imparare bene a scrivere e a parlare la propria lingua, e almeno anche una lingua straniera, servirà sempre, così come la scienza, la storia e la matematica.
Un importante sforzo va fatto sul metodo, ossia imparare a lavorare in gruppo, a far circolare e condividere le idee ed a sperimentare.
Oggi non sappiano cosa servirà domani, ma la scuola deve essere divertente, è fondamentale divertirsi a imparare.