Perché fare Team Building

di gaetano
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Lavorare in un ambiente piacevole in cui si va d’accordo, in cui siamo orientati agli obiettivi e si condividono le strategie e i valori, rappresenta una marcia in più che può fare veramente la differenza.


Perché fare team building si chiedono molte persone? Per questo sito noi lavoriamo in un team, siamo in due! Siamo già simili per valori e per idee, ma questo non è sufficiente a creare un gruppo, un team efficacie, ed è per questo che bisogna lavorare su questo aspetto costantemente. Ne abbiamo parlato tante volte anche semplicemente andando a cena o a sciare insieme, tutti modi per costruire un gruppo.

In azienda non basta condividere lo stesso spazio, la stessa stanza o come si dice lavorare gomito a gomito. Costruire un team, riuscire a motivare la propria squadra, relazionarsi con i propri collaboratori in maniera efficacie così da farli sentire parte di un tutto non è così semplice e molti imprenditori sottovalutano questo aspetto rischiando di perdere punti a livello di produttività e di efficacia aziendale.

Lavorare in un ambiente piacevole in cui si va d’accordo, in cui siamo orientati agli obiettivi e si condividono le strategie e i valori, rappresenta una marcia in più che può fare veramente la differenza.

Quante volte ti capita di ascoltare, amici, conoscenti, colleghi che si lamentano del proprio lavoro? Non tanto di quello che fanno a livello di mansioni, di attività, quanto a livello di clima professionale, clima dell’ufficio, di persone con le quali si trovano quotidianamente a collaborare ed a lavorare.

Si può essere gratificati da quello che si fa, dallo stipendio, ma altrettanto frustrati dalle relazioni che non si riescono a costruire con i propri colleghi, magari con il capo o il responsabile.

Quando senti parlare di competizione, di arroganza, di persone che non affrontano gli altri direttamente, ma parlano alle loro spalle non hai a che fare con un team. Le condizioni necessarie affinché un team esista sono:

  1. Coinvolgimento e partecipazione di tutti i suoi componenti: tutti i componenti di un team devono sentirsi coesi, coinvolti e partecipare agli obiettivi;
  2. Scambio di informazioni che va al di là dei ruoli e dei e delle gerarchie aziendali: è possibile relazionarsi e comunicare tra tutti i livelli gerarchici dell’azienda con un continuo scambio di informazioni e di condivisione. Si può comunicare al di là del ruolo e lo si fa proprio perché tutti i componenti sono attivi: è una necessità per tutti gli attori coinvolti, non un obbligo;
  3. Tutti condividono gli stessi risultati: il fattore degli obiettivi comuni è molto importante. Ogni uno si realizza in maniera individuale attraverso la realizzazione dell’obiettivo generale! C’è un senso di appartenenza che permette di guardare al di là degli scopi personali poiché c’è uno scopo più alto che include anche i benefici dei singoli;
  4. Interdipendenza di destino e di compito: le funzioni e le mansioni di un individuo si incastrano perfettamente con quelle dei propri colleghi, con un elevata interdipendenza di  un destino e di un compito. Le organizzazioni nelle quali i compiti e le responsabilità non sono chiari non funzionano e finiscono sempre con grandi sforzi e pochi risultati. Un destino comune invece significa che a tutti è chiaro cosa ci aspetta e a guidare il nostro compito c’è un obiettivo finale, una meta da raggiungere, con dei valori da rispettare. L’obiettivo quindi ci coinvolge direttamente a livello emotivo e personale;
  5. Il clima che regna è di fiducia reciproca e coesione: siamo consapevoli delle differenze di ogni uno e ma siamo convinti che queste differenze possono aumentare la ricchezza e le prospettive di scelta del team. Quanto più si è diversi e si riesce ad interagire, tanto più si riesce ad avere una visione ampia, altrimenti ci diciamo e ci sentiamo dire sempre le stesse cose!
  6. Ogni uno si assume la propria responsabilità: ogni uno è consapevole degli obiettivi e della responsabilità nel loro raggiungimento. Ci possono essere dei problemi ma in un team non si scaricano agli altri la responsabilità di cosa è andato male o non ci si appropria dei successi collettivi.
  7. I ruoli non sono rigidi, ma ben definiti: in ogni organizzazione è importante che tutti sappiano quale è il proprio ruolo ma è anche possibile uscire dalle proprie mansioni per aiutare gli altri. Nelle squadre di calcio ogni giocatore ha il suo ruolo e sarebbe un problema se tutti corressero senza un compito, ma se serve anche l’attaccante torna in difesa ad aiutare i propri compagni!

Non c’è necessariamente un solo leader: in un team di successo ogni componente può essere un leader e può a modo suo guidare il gruppo. Ci sono quindi tanti leader ma per farli uscire è necessario che non ci siano prevaricazioni e che ci si possa esprimere serenamente

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